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turismo

Il turismo a Santo Stefano ha antiche radici, risalgono ai primi dell’800 le prime strutture alberghiere con la costruzione in via S. Candido dell’albergo Cadore, poi divenuto Grand Hotel Aquila d’Oro, ben 4 piani per un totale di quasi un centinaio di posti letto, eppure a quei tempi c’era molto movimento, un turismo di lusso, nobili, alta borghesia veneziana e trevigiana che trascorreva lunghi periodi di vacanze in Comelico, perfino la Regina Margherita di Savoia ed il Principe di Napoli furono ospiti dell’hotel il 3 settembre 1881.

L’albergo Aquila d’Oro da tempo non esiste più, fu distrutto da un incendio nel 1918, ma i villeggianti veneziani e veneti  continuarono a frequentare S. Stefano. Nel corso degli anni e con i profondi mutamenti della società, da un turismo di lusso si è passati gradatamente ad una clientela eterogenea e più cosmopolita, niente grandi alberghi ma strutture di piccole dimensioni a gestione familiare affiancate da una fitta rete di case private dove, nella stagione turistica, ci si trasferiva in soffitta per affittare gli ambienti ai villeggianti per lunghi periodi, normalmente un mese ma anche più.

Oggi non si va più in vacanza per un mese, nello stesso posto; il soggiorno medio è una settimana che si accorcia sempre più perchè la globalizzazione vuol dire anche varietà di luoghi e di vacanze, voglia di vedere sempre nuovi posti . L’evoluzione e lo sviluppo dei mezzi di trasporto, le enormi possibilità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione, la facilità e la rapidità con Internet di scegliere una meta ed organizzare il proprio viaggio, ha determinato nella società contemporanea nuovi bisogni di mobilità e contemporaneamente l’opportunità, per l’imprenditoria, di fornire molteplici servizi ed attività collaterali al turismo che concorrono direttamente ed indirettamente alla crescita dell’economia nel territorio.

E’ in quest’ottica che va affrontata la programmazione turistica di un territorio dalle grandi prerogative come il Cadore ed il Comelico in particolare. Superato lo chock della crisi dell’Occhialeria, il cui boom negli ultimi trent’anni aveva consentito sviluppo e benessere economico, oggi è più che mai necessario ritrovare se stessi nel proprio habitat e nelle proprie tradizioni per dare forma ad un nuovo e più vigoroso rilancio di questo magnifico territorio.

Le montagne, questa montagne, le Dolomiti, con la loro unicità, da sempre hanno stregato viaggiatori e poeti e creato affezione ai luoghi ed all’ambiente; nella sua apparente immutabilità la montagna rinnova continuamente il suo fascino e ti fa sentire autentico.

Condivido pienamente quanto espresso in un recente convegno:
La vera proposta turistica del Comelico è l’autenticità del territorio ed è questo che si deve vendere